Lo studio di caso si interroga su quale tipo di infrastruttura scolastica sia in grado di promuovere meglio l’equità delle opportunità e un apprendimento di tipo inclusivo; ovvero, su quale tipo di ambiente interno ed esterno si conformi e adatti meglio alle diverse necessità e caratteristiche degli studenti. L’articolo riporta i risultati di un sondaggio condotto in 150 scuole elementari della Slovenia sulle caratteristiche inclusive del contesto ‘fisico’ (targhe per i non vedenti o gli ipovedenti, aree ricreative attrezzate al riposo e non solo allo sviluppo delle abilità motorie) già esistenti e su quelle realizzati a partire dalle esigenze di gruppi specifici. I gruppi maggiormente in rilievo sono risultati essere gli studenti molto dotati, quelli che presentano deficit di vario genere, con disturbi comportamentali ed emozionali, studenti originari di altre culture, studenti con disturbi cognitivi e del linguaggio, affetti da malattie croniche o autistici, con handicap motorii, sordi, non vedenti o ipovedenti. È solo tenendo a mente che l’ambiente fisico e architettonico in cui gli studenti sono immersi è in grado di comunicare e veicolare valori educativi che si possono creare delle infrastrutture scolastiche promotrici di una cultura partecipativa, che risponda non solo alle esigenze di gruppi in qualche misura svantaggiati, ma anche ai desideri e a gli interessi peculiari di tutti i protagonisti dell’apprendimento.