Quality Management in Schools
Assoc. Prof. Hasso Kukemelk
University of Tartu, Estonia
Aprile 2012
Articolo per seminario
Pagine: 4.
L’articolo discute la questione dell’applicazione dei “Modelli di Eccellenza” (ME) nell’ambito dello “school management”. Gli ME fanno parte dei “Managerial Systems” sviluppati dopo la Seconda Guerra Mondiale per migliorare l’efficienza delle organizzazioni nel raggiungere i propri obiettivi; gran parte di tali sistemi sono stati sviluppati da organizzazioni commerciali finalizzate al profitto, per poi essere riutilizzati nell’ambito dell’amministrazione pubblica. Questo è stato il caso degli ME, che erano stati originariamente messi appunto per ottimizzare la gestione delle imprese private, ma poi riutilizzati in ambito pubblico come principi di riferimento per l’autovalutazione delle istituzioni educative.
Gli ME hanno dimostrato una generale flessibilità e adattabilità ai diversi contesti educativi, ma sono risultate alcune problematiche comuni, spesso generate dall’origine privata e finalizzata al guadagno dei modelli in questione. In particolare, il problema è rappresentato dal fatto che gli ME erano concepiti come modelli di qualità basati sul cliente. La loro applicazione al settore educativo ha quindi generato numerose polemiche in ambito scientifico: diversi autori si sono chiesti fino a che punto sia lecita l’assimilazione dello studente alla figura del “cliente”, e quali siano le implicazioni di tale sostituzione. In ogni caso, l’unico dato certo sui risultati dell’applicazione degli ME in ambito educativo è che il coinvolgimento degli insegnanti nella gestione del processo di autovalutazione risulta un fattore determinante.
Hasso Kukemelk si sofferma sulla descrizione del EFQM (European Foundation for Quality Management), un particolare ME utilizzato come base per l’auto-valutazione nell’ambito di diversi sistemi educativi europei. Notevole è come i primi cinque degli otto criteri fondamentali del EFQM siano stati modificati al fine di adattare il modello al contesto educativo. In particolare, i principi relativi all’attenzione per il cliente e alla massimizzazione dei profitti che ispiravano il EFQM sono stati modificati in direzione della collegialità: si è cercato di fare in modo che il processo di auto-valutazione funzionasse come incentivo per il coinvolgimento degli insegnanti, dei genitori e di tutti i membri della comunità scolastica nella gestione del processo educativo. Rispetto alle finalità originarie del modello di qualità si è quindi verificata in un certo senso un’inversione di tendenza.
L’articolo presenta infine una breve rassegna degli studi che hanno valutato in maniera positiva o negativa l’applicazione degli ME nelle istituzioni educative (vedi bibliografia in inglese). Nonostante alcuni di questi studi sostengano che gli ME rivestano delle potenzialità come strumenti per il miglioramento dei sistemi educativi, rimane opinione condivisa che la loro applicazione risulta lenta e complessa, mentre in alcuni casi sembra non aver prodotto alcun risultato. In chiusura, l’autore rilancia il dibattito con tre domande sul tema dell’efficacia degli EM in ambito educativo, che possono sintetizzarsi nell’ultima: “Il sistema dell’auto-valutazione è uno strumento utile a migliorare l’efficienza scolastica e la capacità delle scuole di raggiungere obiettivi educativi o rappresenta un ulteriore apparato burocratico che distrae le persone da tali obiettivi?” (p.3).