Il case study rivela come la nozione di leadership non è considerata dalla maggior parte dei ricercatori, policy maker ed esercenti in Francia. La concezione più diffusa è invece legata alla conduzione amministrativa delle scuole. Il preside è considerato un amministratore più che un manager, un rappresentante dello Stato più che un membro della comunità, un funzionario più che un imprenditore. Questo e altri aspetti giustificabili da fattori storico-culturali e istituzionali, come la visione repubblicana e l’ingerenza dello Stato, sono affrontati nell’articolo come determinanti nell’attribuzione di ruoli e responsabilità alle figure di presidi francesi. Il sistema educativo francese mostra tuttavia dei segni di evoluzione, all’interno di un trend di modernizzazione che investe attualmente i principali settori pubblici; nel cercare di far fronte alle istanze della globalizzazione e di un confronto sempre più diffuso fra i sistemi educativi senza rinunciare all’eredità repubblicana, il Paese sembra optare per una ‘terza via’ che vede, ai due poli della dialettica, non Stato e Mercato, bensì Stato e democrazia locale, poiché i dirigenti sono convinti che la ridefinizione dei modelli e il miglioramento delle performance scolastiche si giochino al livello locale, in contesti decentralizzati. Nell’ambito di questa ‘sfida’ riformatrice che attende la Francia nei prossimi anni, la stessa figura del preside e la definizione di ruoli e responsabilità ad essa pertinenti sono oggetto di una trasformazione dagli esiti ancora imprevedibili, e tuttavia cruciale.