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Sintesi dei papers

La leadership e l’apprendimento

Beyond the Reach of Leading: Exploring the Realm of Leadership and Learning
Prof. Michael Schratz
University of Innsbruck, Austria
2013
Articolo per seminario
Pagine: 16

“Leadership per l’apprendimento” è un espressione comparsa in tempi recenti nell’ambito della letteratura specialistica. Michael Schratz riformula gli elementi che compongono tale concetto in altrettanti interrogativi, che articolano la struttura del testo:

  1. Che cosa si intende con il termine “leadership”?
  2. Qual è il ruolo dell’apprendimento nelle scuole?
  3. Quale connessione esiste tra leadership e apprendimento?

La discussione sul significato del termine “leadership” è condotta attraverso un confronto con il concetto di “management”. Nonostante le due nozioni rivestano alcune valenze comuni e presentino delle differenze sfumate riguardo a più di un aspetto, mentre il “management” rappresenta una modalità di comportamento che si riferisce a norme, la leadership è piuttosto un’attitudine morale che agisce attraverso l’esercizio di influenze indirette: si tratta di un’attività sociale che si esplica nel coinvolgere ed ispirare le persone, facendo in modo che possano affrontare autonomamente le loro sfide individuali ponendosi all’altezza delle proprie capacità.

Per quanto riguarda il concetto di “apprendimento”, l’autore specifica che la sua applicazione vada intesa in senso largo: l’apprendimento non deve riguardare solamente gli studenti, ma ogni membro della comunità scolastica nel suo complesso. In questo senso, è possibile distinguere tre diversi livelli:

  1. L’apprendimento degli studenti.
  2. L’apprendimento dei professionisti coinvolti nell’insegnamento.
  3. L’apprendimento del sistema.

L’apprendimento rappresenta in ogni caso un fenomeno complesso, caratterizzato dall’interconnessione di processi cognitivi, emozionali e performativi, che lo definiscono come un’esperienza umana a tutti gli effetti ed impediscono di considerarlo semplicemente come un procedimento finalizzato a uno scopo. Non ci si dovrebbe quindi focalizzare sui risultati dell’apprendimento (quantificabili attraverso test) ma piuttosto valorizzare i suoi legami con l’attività di insegnamento. L’insegnamento rappresenta infatti a sua volta un’esperienza di interdipendenza, responsabilità e interrelazione: rispetto all’apprendimento costituisce la polarità opposta e speculare di uno stesso mutuo coinvolgimento tra insegnanti e studenti. Particolarmente significativo, è che l’insegnamento può condurre ad una buona esperienza di apprendimento solo nella misura in cui è associabile all’attività di leadership, intesa come in precedenza. All’interno della classe i veri leaders scolastici sono infatti gli insegnanti: il loro compito non consiste semplicemente nel veicolare informazioni, ma soprattutto nel condurre gli studenti verso lo stato di confidenza in se stessi e di fiducia nelle proprie capacità che risulta essenziale per l’apprendimento.

Per quanto riguarda la connessione tra leadership e apprendimento, è importante notare come, nonostante i due concetti facciano apparentemente riferimento a figure professionali distinte, ovvero gli insegnanti e i leaders scolastici in senso stretto, in realtà rappresentano due valori trasversali a tutti gli attori coinvolti nel contesto educativo. La posizione di Michael Schratz può infatti riassumersi in due proposizioni:

  • La capacità di apprendimento e di auto-rinnovamento deve interessare tutti e tre i livelli del sistema: studenti, insegnanti, leaders educativi.
  • La dimensione della leadership, in quanto “relazione collettiva in cui i partecipanti sono sia formatori che formati gli uni rispetto agli altri” (p.7), riguarda tanto la relazione tra studenti e insegnanti quanto il loro mutuo rapporto con i leaders scolastici.

La dimensione dell’apprendimento e la nozione di leadership riguardano quindi tutti i membri del contesto educativo, ed entrambi i concetti tendono a definirsi in termini di interrelazione e compartecipazione.

Per quanto riguarda la figura del leader scolastico in senso stretto, Michael Schratz si sofferma sul suo importante ruolo di sincronizzazione tra i processi macroscopici e microscopici che riguardano la scuola: il leader scolastico esercita un congiungimento attivo tra le strategie nazionali e la realtà dell’educazione, permettendo alle direttive governative di trasformarsi in pratiche effettive all’interno delle scuole. Il compito del leader scolastico consisterà quindi nel mediare tra le esigenze delle politiche educative e il contesto specifico della singola scuola, vegliando sullo svolgimento dell’apprendimento inteso come compartecipazione nei sensi che si sono discussi.

Poiché il funzionamento di un singolo sistema educativo si basa sulla comprensione delle specifiche richieste e sfide poste ad ogni particolare unità organizzativa, sarebbe inutile formulare strategie sempre più complesse che cerchino di rendere conto delle diverse situazioni. Allo stesso modo, non sarebbe sufficiente limitarsi ad istituire dei corsi specifici per i leaders scolastici. Secondo Michael Schratz, una crescita organica del sistema è legata piuttosto ad un atteggiamento di apertura e fiducia nei confronti dei leaders scolastici, nell’ottica di semplificare le strutture amministrative. Risulterebbe quindi necessario generare una “cultura di leadership”, che faccia affidamento sulla “autoconsapevolezza” dei leaders scolastici, intesa come attenzione al modo in cui la nostra azione ricade sugli altri. Riguardo al tipo di situazioni che possono presentarsi al leader scolastico, è poi possibile distinguere tre gradi successivi di complessità (complessità “dinamica”, “sociale” ed “emergente”), che richiedono al leader differenti attitudini e specifiche forme di creatività. In quest’ottica, risulta in generale preferibile sostituire il metodo tradizionale della “buona pratica”, che consiste nell’applicare a situazioni inedite gli stessi strumenti utilizzati in passato, con la “nuova pratica”, ovvero un tipo di strategia che scaturisca il più possibile dalla situazione contingente con cui ci si confronta.

Tesi generale dell’articolo è quindi che la leadership scolastica debba essere intesa in intima connessione con la dimensione dell’apprendimento. Tale connessione risulta realizzata quando studenti, insegnanti e sistemi educativi imparano dall’esperienza attraverso scambi mutualmente istruttivi. Nella classe, gli insegnanti rappresentano i leaders dell’apprendimento, mentre i leaders scolastici creano condizioni favorevoli alla crescita di insegnanti e studenti, e si confrontano con le istanze di miglioramento via via richieste dal sistema.