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Sintesi dei papers

Leadership scolastica: vincoli e ambiti di autonomia

Diverse perspectives and hopes on autonomy in school leadership
Prof. Lejf Moos
Department of Education, Aarhus University, Copenhagen, Danimarca
Maggio 2013
Pagine: 4

Nell’arco degli ultimi vent’anni, la maggior parte dei settori pubblici sono stati ristrutturati secondo i principi generali del New Public Management (NPM). In particolare, Lejf Moos individua due fenomeni emergenti che si situano nell’ambito di questa generale evoluzione:

1. La redistribuzione di poteri tra stato, comunità locali e organizzazioni.

2. La diffusione dell’idea che i settori pubblici risultino governati al meglio se gestiti in maniera simile al settore privato, attraverso competizione, libertà di scelta del “cliente” e “trasparenza” intesa in senso managerialistico.

Per quanto riguarda il settore scolastico, la ristrutturazione all’insegna del NPM ha quindi generato in molti paesi due tendenze simultanee e per certi versi opposte:

1. La decentralizzazione della gestione finanziaria, dell’organizzazione del personale e di altre aree amministrative dal livello statale al piano locale (municipale) e spesso persino al livello della singola scuola.

2. La ricentralizzazione a livello governativo delle scelte sui programmi formativi e sulle materie insegnate. Tale centralizzazione viene operata attraverso diversi strumenti:

• La prescrizione di standard e obiettivi dettagliati.
• L’introduzione di test nazionali e di comparazioni internazionali basate su test.
• L’allocazione di fondi in funzione dei risultati conseguiti ai test di valutazione, che equivale ad utilizzare l’attribuzione di risorse finanziarie come strumento di controllo indiretto.

L’autonomia del settore scolastico può quindi essere descritta in funzione di un “modello misto”: esiste una capacità di autogoverno locale operante anche al livello della singola scuola, che però deve muoversi nell’ambito di una regolazione attiva esercitata da parte dello stato, il quale opera attraverso un ventaglio di strumenti più o meno invasivi per garantire un controllo della qualità. L’autonomia scolastica riguarda quindi soprattutto la gestione delle finanze, dello staff e dell’amministrazione giornaliera, mentre si applica in misura minore all’attività di insegnamento e di apprendimento, dal momento che i curriculum educativi vengono descritti e valutati in maniera dettagliata a livello nazionale.
Lejf Moos presenta poi il modello particolare rappresentato dalle scuole private, che posseggono un grado ancora maggiore di autonomia per quanto riguarda le proprie scelte amministrative e finanziare. Infatti, nonostante la maggior parte delle scuole private dipenda in massima parte dallo stato per quanto riguarda il bilancio interno, queste scuole rispondono in generale direttamente al governo centrale e non sono quindi sottoposte al controllo delle autorità locali. Tuttavia, per quanto riguarda la scelta dei programmi e delle materie insegnate, le scuole private hanno gli stessi vincoli delle scuole pubbliche, poiché non possono sottrarsi al “controllo della qualità” dell’insegnamento e devono effettuare gli stessi test nazionali di valutazione.

In chiusura, Lejf Moos ricapitola in uno schema i concetti espressi, articolandoli secondo diverse categorie:

• Autonomia
• Governo
• Poteri
• Spazio di manovra
• Responsabilità per l’equità e l’apprendimento.