Luca Fatticcioni, docente di lettere presso l’IC “Enrico Fermi” di Romano di Lombardia (BG)
Presentare se stessi è sempre un’operazione difficile. Quando scegliamo cosa raccontare di noi facciamo una scelta, per creare la nostra immagine, ma siamo solo quello? E come ci vedono gli altri? Ecco allora la scelta di presentarmi attraverso un dialogo immaginario – ma non troppo- tra due madri di miei alunni e una bidella.
Dialogo tra due mamme a scuola
Signora Fatima. Buongiorno. Devo parlare con il professor Fatticcioni.
Signora Carla. Anch’io.
F. Posso sedermi qua?
C. Se vuole. E’ libero.
F. Mio figlio mi parla sempre del professore. Ma insegna anche informatica?
C. No, solo italiano. Ma è fissato col computer. Dice sempre che è importante per il futuro, per il lavoro. Che cambia il nostro modo di vivere. Chissà…
F. Credo abbia ragione. A mio figlio piace tanto quando scrivono col computer, dice che non sembra di essere a scuola. A casa è sempre sul blog. Dice che è il compito di italiano.
C. E’ stato anche l’insegnante di mia figlia, quattro anni fa. Faceva sempre usare il computer e quelle nuove lavagne, le lim. L’ha avuto anche mio nipote, che ora va all’università. So che a volte, quando lo incontra, gli chiede come va lo studio e cosa fanno gli altri compagni.
F. Forse gli piace vederli diventare grandi.
C. Penso di sì.
F. E’ da molti anni che insegna qui?
C. Qui alle medie Fermi almeno da dieci anni, so che prima insegnava alle superiori.
F. Ma è di Romano di Lombardia?
C. No, è di La Spezia.
F. Sul mare?
C. Sì. Chissà cosa ci fa qua! Io non mi allontanerei mai dal mare.
F. Anche a me manca molto. In Marocco abitavo sul mare.
C. Una volta ho sentito che raccontava che suo padre navigava e che da bambino viaggiava sempre. Egitto, Tunisia, Spagna, Libia, Mar Nero…
F. Forse ne avrà avuto abbastanza!
C. Ah! Può essere.
F. Mio figlio dice che ha un modo particolare di fare lezione. Chiede sempre cosa pensano di un argomento, che opinioni hanno. Li fa partecipare e lavorare insieme.
C. Aspetta passa la bidella, chiediamo qualcosa a lei. Giovanna! Buongiorno!
Signora Giovanna. Ciao! Che ci fai qui?
C. Devo parlare con il Fatticcioni. Ma dimmi una cosa, dov’è che abita precisamente?
G. Qui vicino.
C. E anche la moglie insegna?
G. Lucia. Sì.
C. Ma dove si sono conosciuti?
G. All’università, a Pisa. Studiavano tutti e due letteratura italiana.
C. Ma è vero che andrà in Toscana?
G. Ma no, lo dicono tutti gli anni. Ma a lui piace moltissimo stare qui. Gli piace la nostra scuola. Lo avete mai sentito raccontare di quando viveva in Toscana? Sembra che parli di un altro mondo.
F. Ma non è ligure?
G. Sì, ma dopo che ha finito gli studi ha vissuto in Toscana.
C. Eccolo!
Fatticcioni. Buongiorno! Chi è il primo?
C. Vuoi andare tu?
F. No, grazie. C’eri prima tu.