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Foiano della Chiana, 07/11/2013: il regista Rachid Benhadj incontra gli studenti delle scuole Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana.

_DSC8563-Modifica-È l’una ormai, stiamo qui da tre ore… se non c’è magari proprio un’ultima domanda…
Le domande meditate e preparate sono ormai finite. Già da un bel po’ i ragazzi si stanno abilmente avventurando a improvvisare, per dare forma alle nuove curiosità sorte al momento dal dialogo con il regista Rachid Benhadj, che hanno atteso con emozione dopo aver visto il suo film “Il Pane nudo”.
Forse c’è ancora un piccolo spazio, ma è davvero l’una: un attimo di esitazione e un applauso rompe il silenzio della sala. Sempre più forte, quasi cento secondi che sembrano non finire più, così al di là dalle righe della convenienza.
Si alza in piedi Rachid, ride di cuore.
Il suo luminoso sorriso -già occhieggiato sull’internet da adulti e ragazzi che hanno “studiato” le sue opere per prepararsi all’incontro- adesso è ancora lì, insieme a lui in carne ed ossa:
-Okay, okay …tornerò ancora… non vi libererete tanto facilmente di me, dopo una giornata così!
Ridono proprio gli occhi di tutti mentre si svuota lentamente la sala “dopo una giornata così”. Ridono convinti, dopo tre ore di domande e risposte senza bisogno di intervalli, gli occhi dei 130 ragazzi in rappresentanza di altri 200 compagni di Foiano, Civitella, Monte San Savino e Castiglion Fiorentino che non potevano trovare posto nella piccola sala. Ridono gli occhi degli insegnanti e dei presidi che sedevano insieme a loro, come loro più curiosi e coinvolti che mai La preside di Foiano, riprende un po’ fiato, finalmente. Oggi ha “servito” davvero gli alunni, e in un modo inconsueto: era lei la valletta che balzava agilmente tra le mani alzate, porgendo ad ognuno il microfono per la sua domanda.

sala foiano 1Regista importante di fama internazionale, algerino da lungo tempo in Italia, Rachid Benhadj è stato proprio un ospite di grande rilievo. Ha camminato molto nel mondo tra luoghi, avventure e racconti per catturare le immagini e le storie che gli permettono di dare corpo alle idee in cui crede. E decisamente ha fatto molta strada dai tempi in cui lui e i suoi compagni, tutti bruni e ricciolini, leggevano increduli sui sussidiari francesi della scuola di Algeri “i nostri antenati erano i Galli” e guardavano storditi immagini di uomini biondi con occhi azzurrissimi.
Ascoltando le sue testimonianze i ragazzi capiscono bene come Rachid stia dedicando con tanta passione la sua vita e la sua arte ad esplorare e raccontare le ingiustizie della differenza, la speranza, ma anche i tormenti del riscatto.
Adesso che le parole di Rachid sono entrate in sinergia con le emozioni suscitate dal suo film, l’evento di apprendimento assume un tono quasi grandioso: lo si legge sui volti di adulti ed alunni. Di “una giornata così” infatti, si sono impadroniti tutti, ognuno ha potuto costruirsi e vivere il suo spazio di conquista. Anche Rachid forse ha conquistato nuove prospettive sulla lettura del suo film. Le domande, la passione dei ragazzi e degli insegnanti sembrano proprio colpirlo…